Passa ai contenuti principali

18 dicembre 2021, Torre Paponi . Nasce il Progetto Reliquus,

 


Con grande emozione oggi ho presentato questo progetto, nato dalla collaborazione con Camilla Galizia ed Edmond Haxhiu, Mojo. Una bella presenza di popolo e delle massime Autorità Civili, Religiose e Militari della Provincia di Imperia ha reso solenne l’evento.



 Spero che ancora una volta la severa bellezza dell’arte sia monito e maestra di vita. Ecco la traccia di ciò che ho detto

Vengo da un paese povero, ma antico; certe regole le conosco. 

-Antico nel senso di nobile?- 

 Fra queste mura abbiamo certi princìpi: servire con onore e fedeltà e noi, "les anciens", abbiamo a cuore coloro che nel passato hanno servito. Lei capirà: c'è necessità di aiuto sociale e fraterno. Là sulla collina ci sono i nostri morti. Erano sparsi nel mondo, abbiamo raccolto tutti quelli che abbiamo potuto.

- Onore a loro, - Edoardo disse. Pensava alle loro ombre fra quelle pietraie, sotto la montagna bianca. 

(Francesco Biamonti, Attesa sul mare).


Inauguriamo oggi il Primo Memoriale dedicato alle Vittime delle stragi nazifasciste consumate nella Prima Zona Liguria, ovvero il territorio che da Ceriale arriva fino a Ventimiglia.

Parliamo di 1256 persone. 628 Partigiani e 628 civili uccisi per rappresaglia.

Quando questo progetto sara compiuto, saranno erette  1256  Stele. Su ogni Stele c’è la fotografia di un Martire, in assenza dell’immagine solo il nome. Ogni Memoriale è pensato come solenne  ed ingombrate sito di memoria - perché spesso la memoria risulta ingombrante- ma anche  come stimolo per la creatività di chi vorrà interagire con esso facendo ad esempio musica, danza o poesia nel rispetto della Sacralità del luogo. Ogni Stele  è infatti destinata a suonare: abbiamo dato vita ad   un gruppo di musicisti e musicologi che, terminate  le diverse  installazioni  e posizionate le Stele in modo definitivo, cercherà di individuare le giuste sonorità destinate a trasformare  ognuna di esse in uno strumento musicale.


Ad ogni Memoriale  affidiamo la responsabilità di scuotere le coscienze ed evocare un ricordo vivo che sia di aiuto per chi ha ed avrà la responsabilità di non ripetere gli errori del passato, ovvero ciascuno di noi. La responsabilità è sempre personale, sempre consapevole, sempre onerosa.

Ce lo ricorda il sangue di chi evochiamo oggi. L’argomento è  impegnativo e rischioso: Impegnativo perché si affronta il sangue, e sangue vicino a noi. Le stragi furono consumate in  luoghi che frequentiamo abitualmente, che amiamo;  abbiamo conosciuto  persone che le hanno vissute direttamente, conosciamo i loro cari. Rischioso perché essere superficiali e retorici è facilissimo. Ma le stragi sono abissi di malvagità presenti in ogni tempo e in ogni luogo. Sono stragi continue i femminicidi, le morti sul lavoro, esempi drammatici di cosa accade qui, ora, a casa nostra, in una perenne strage degli innocenti che genera quotidianamente Martiri.

 

Il problema sotteso , quello della crisi profonda del nostro mondo, è davvero più complesso. Ma per fortuna siccome il nostro mondo è appunto nostro, di ciascuno di noi , qualcosa siamo chiamati a fare. Semplicemente, ciò che di volta in volta la nostra coscienza ci dice. E qui giganteggia la lezione dei Partigiani, la lezione dell' 8 settembre. Davanti all'obbligo della scelta inevitabile , guardarsi dentro, sinceramente, spietatamente. E non cercare scorciatoie.

Sono scelte  che si fanno in solitudine, che non hanno bisogno di consenso o di pubblicità, che può fare chiunque, anche chi fino a quel momento le scelte le ha ignorate o sbagliate. Dovremmo ad esempio  riflettere su chi nel ‘43 indossava la camicia nera e poi, ad un certo punto, l’ha gettata. Poi, naturalmente, bisogna conquistare un 25 aprile, una concretezza di libertà. E  per questo  non si può essere soli, bisogna mettersi in cammino con altri, con quel noi, anzi noi altri, che si fa comunità.

Darsi insegne che sappiano scaldare il cuore, e regole che garantiscano il percorso. Le regole sono fastidiose, impegnative, ma indispensabili. In esse si manifesta il rispetto verso gli altri e verso il patto che con essi abbiamo fatto. Mai come oggi questo principio risulta di stringente attualità.

Ecco perché siamo qui, oggi: qualcuno, tanti anni  fa, ha dato  il suo sangue perché noi potessimo avere un futuro. Fu  strage di innocenti. Innocente letteralmente significa “ che non nuoce” , puro, senza peccato. Innocenti erano le Vittime colpite a caso dalle bestie nazifasciste, innocenti i Partigiani, pronti a morire per il bene supremo di ciascuno, e non solo per il loro: la libertà. "Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, che di queste non ce ne sono." diceva Italo Calvino. Non esiste sangue di vinti e di vincitori, ma il sangue dei giusti e quello dei criminali. Uguale davanti alla immensa Misericordia di Dio, giustamente diverso nel giudizio degli uomini e della storia.

Questi nostri morti sono Reliquie, letteralmente sono ciò che resta di una stagione drammatica ed eroica che consente a noi di essere ciò che siamo. Per questo vogliamo venerarne il ricordo, uno per uno. Sono stati madri, padri, figli come noi, come noi avranno avuto problemi e speranze.

Per ognuno di loro abbiamo eretto una Stele, realizzata in un materiale solido, il ferro, ma destinato a subire l’azione del tempo. Arrugginiranno, e diventeranno più belle come accade ai volti rugosi dei nostri vecchi. E allora qualcuno sarà chiamato a custodirle per non perdere il senso di ciò che testimoniano. Sono poste in modo casuale, come persone che si ritrovano per stare insieme, e non sono tutte uguali, perché è la diversità ad arricchire l’esperienza umana. Camminando tra loro, potremo pensare alle loro vite, alle nostre, alla Vita che in fondo è una esperienza meravigliosamente e tragicamente uguale per ciascuno di noi.

Giuliano Arnaldi, Torre Paponi 18 dicembre 2021


Il Progetto  Reliquus è nato dalla collaborazione tra Giuliano Arnaldi e Camilla Galizia, grazie alle competenze tecniche di  Edmond Haxhiu,  Mojo, e quelle storiche di Pino Fragala’ . 

E’ Patrocinato dal Comune di Pietrabruna, dall’ANPI Provinciale di Imperia, dall’Istituto Storico della Resistenza di Imperia e dalla Associazione Fischia il Vento.

E’ sostenuto dal Centro Studi Rainer Kriester di Berlino e dalla Fondazione Tribaleglobale.


Commenti

Post popolari in questo blog

Quando la bellezza vale ma non necessariamente costa… Note a proposito di una collana Mehrunnisa, Banjara / When beauty is worth but not necessarily expensive... Notes on a Mehrunnisa necklace, Banjara.

“ Gioiello prov. joiels; a. fr. joiel, joël, mod. joyau; cat. joyell; sp. joyel, joya; port. joiel; (ingl. iewell, ted. juwel): voce congiunta indubbiamente a GIỎIA [= GÀU- DIA onde *GAUDIÈLLUM] nel senso di cosa preziosa, di gemma, di cui ha la parvenza di diminutivo. Però gli etimologi che assegnano a gioia la derivazione da Jò- CUM giuoco, preferiscono trarre gioiello direttamente da JOCALE, che nella barbara latinità venne [inesattamente) usato per significare monile, gemma, anello ed altra cosa preziosa” . ( ETIMO.IT) Gioia, gioco…nel profondo del concetto di gioiello non c’è il valore economico, ma quello esistenziale. Ancora una volta la bellezza ci obbliga a riflettere, visto che in gran parte del mondo “civilizzato” invece la preziosità è associata al valore economico. Anche sul termine “ prezioso” ci sarebbe da dire…deriva dal latino pretium, che si può tradurre sia prezzo che pregio…la ricerca etimologica è un viaggio senza fine, quindi torniamo sul concetto di gioiel...

Giappone Ancestrale: le bambole kokeshi / Kokeshi dolls

Una forma decisamente minimalista: una testa anch’essa stilizzata posta su un tronco cilindrico, privo di riferimenti a braccia, gambe e piedi . Un decoro realizzato manualmente, molto vivace e simbolico. Le Kokeshi giapponesi, bambole di legno fatte a mano, devono probabilmente la loro fortuna nel mondo anche all’essenzialità che le rende uniche; c’è chi sostiene che le matrioske russe siano originariamente state ispirate proprio a queste bambole. Questa convinzione nasce ragionevolmente dal fatto che Savva Mamontov - imprenditore russo, collezionista di giocattoli raccolti in ogni parte del mondo ed animatore del circolo di Abramcevo, una tenuta agricola che raccolse nei ultimi decenni del XIX secolo artisti ed artigiani legato dalla passione per la tradizione - dichiarò in più circostanze di essere stato colpito da una piccola scultura in legno importata dall’isola giapponese di Honshū e raffigurante un personaggio riconducibile alla iconografia buddista, forse lo stesso Siddha...

BUON NATALE? SPERIAMO../ MERRY CHRISTMAS? WE WISH...

Si può dire che i protagonisti del Presepe siano i bambini e le donne? Anzi, il Bimbo e la Donna per eccellenza, per dirlo in modo laico l’archetipo del Figlio e della Madre? Pensiamo sia così, sono loro i protagonisti del Presepe, ed ancora oggi fare il Presepe è una gioia sopratutto se condivisa con i bambini. Come fare, in tempi in cui bambini e donne sono le prime vittime di questa tragica quotidianità violenta, a fare un Presepe che non ignori la realtà ma testimoni la speranza? Ancora una volta la bellezza dell’arte ci aiuta. Nel nostro Presepe, come sempre, la bellezza arriva da ogni luogo e da ogni tempo, e quest’anno si manifesta nello spazio austero e ieratico dei #MagazzinidelMap di Villanova d’Albenga. Con le bambole contemporanee dell’Artista toscano Filippo Biagioli dialogano figure presepiali che in realtà sono anch’esse bambole, con cui hanno giocato bambini Hopi, Kuna, Giapponesi, Siberiani, Namchi, Turkana, Fali…e ciò che è chiamato Sacra Famiglia, - e che f...