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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

DE/FORMAZIONE / 1 DE/FORMATION 1 : Camminare dentro un volto/ walking inside the face

  Cultura Wayana -Aparai. maschera Tamok DE/FORMAZIONE   / 1   DE/FORMATION 1 Camminare dentro un volto/ walking inside the face La deformazione delle figure è un gioco suggestivo e pericoloso. suggestivo perché porta d’istinto in altri mondi, pericoloso perché evidenzia la relatività di quello nel quale viviamo. E rischiamo di perderci. Per me de/formare un oggetto è diverso dal monumentalizzarlo. In questo secondo caso emerge la dimensione maestosa dell’oggetto stesso, mi verrebbe da dire la sua dimensione ieratica nel rispetto assoluto di ciò che l’oggetto è, per quello che è. Si può dire che ne viene dichiarata l’essenza. La de/formazione ( spezzare la parola in questo caso oltre a indicarne l’etimologia e dichiarare gli specifici contenuti delle radici, mi consente di agevolare il processo creativo che ho in mente) può invece svelare aspetti reconditi come nasconderli ulteriormente. Nel caso di questa maschera ogni implicazione è possibile. Proviene dal  nord-est del Brasile,

RELIQUUS, ciò che resta.

Un reliquairio Manifattura Torretta ( Genova XVIII secolo) e un Reliquairio Kota   La sofferenza dell’umanità è infinita, perché senza fine è la sua vita.  C.G.Jung, Libro Rosso   “ Quanti conservano ancora ciocche di capelli di persone care o i primi denti dei bimbi? Ancora  oggi molti mangiano i testicoli del toro, o le ostriche perché si dice donino vigore, oppure  uova forate con uno spillo per ingerirne direttamente il contenuto senza che lo stesso sia "contaminato" dal mondo esterno: anche nell'ambito religioso occidentale le "reliquie" sono tuttora venerate o quantomeno rispettate ovunque restino tracce di fede. Perché quindi stupirsi se in un'altra parte del mondo altro materiale organico viene usato per creare le ferite del corpo e dell'anima? Davanti al mistero, che esso si manifesti con gioia o con disperazione, l'uomo ha bisogno di dare una forma alla speranza. Così oggetti che rivestono un particolare significato per il loro valore s

PENSIAMO IMMAGINI

  Grande conchiglia "Pakol", Mendi Valley, Southern Highlands, Papua Nuova Guinea. PENSIAMO IMMAGINI,  TRASMETTIAMO EMOZIONI. P roviamo a pensare agli elementi che compongono un’opera d’arte come a elementi alfabetici di un sistema di comunicazione metaforico, naturalmente  strutturato per interiorizzare e trasmettere un concetto  in modo istintivo, profondo, efficace, utile. Paradossalmente è più semplice davanti ad un’opera astratta, perché, come dicono in molti,  appare incomprensibile, non ci consente una immediata associazione con  qualcosa di conosciuto, sia esso paesaggio, figura o elemento naturale. Proviamo a leggere  anche gli elementi figurativi di un’opera - un viso, un paesaggio, il colore di un drappeggio - non solo per ciò che rappresentano, ma come forma, colore, materia,  come strumenti usati per slatentizzare, per evocare stati di coscienza. Funziona, perché l’arte non descrive ma  testimonia ed evoca.  Certamente essendo linguaggio si adegua al contest