ATA, TPL… sigle che identificano pubblici servizi fondamentali come rifiuti e trasporti, e società che hanno il dovere di gestire tali servizi al meglio. Fino ad oggi a capo di queste società sono stai messi politici scelti da altri politici. E’ un percorso formalmente corretto: i cittadini scelgono Sindaci, essi devono scegliere Amministratori. Ma quei servizi hanno funzionato? Funzionano? La risposta è sotto gli occhio di tutti e quindi la domanda è: la politica è stata all’altezza di governare settori così strategici per i cittadini? Il problema diventa più ampio, non è più “solo” ( si fa per dire…) il funzionamento dei servizi. E’ legittimo domandarsi se le nomine sono state fatte nell’interesse della Cosa Pubblica, cioè se i politici che hanno scelto altro politici hanno messo in campo il meglio possibile o se tali nomine sono servite per compensare equilibri di potere interni, e sempre più personali. E’ legittimo domandarsi se il mezzo - l’esercizio del sottogoverno - non sia diventato fine. Ma questa domanda si infrange contro un muro di gomma, nonostante una crisi profonda di molte Autorità sempre meno Autorevoli : abbiamo già archiviato il caso Magistratura? archivieremo rapidamente il caso Baroni Universitari? Parliamo di giustizia e di istruzione, non di bazzeccole..ingenuamente sogno un bimbo che alzi il dito e dica , come nella favola “i Vestiti nuovi dell’imperatore”, che il Re è nudo…ma in un paese dove i vecchi rubano il futuro ai giovani bambini se ne fanno sempre meno.
IN MEMORIA DI RENATO BREVIGLIERI. Prima o poi ciascuno di noi si imbatte nelle grandi domande, quelle che danno un senso all’esperienza di esistere. Davanti ad una nascita, una malattia o una morte che ci coinvolga direttamente, la profondità del Mistero della vita mette a pensare. La reazione più immediata è rimuovere la domanda; la rimozione aiuta certamente a sopravvivere ma la questione resta lì, a sedimentare nel profondo fino a creare quella sottile angoscia che può diventare devastante; non è naturale rimovere i problemi e non elaborarli. Essere umani è essenzialmente porsi domande per costruire risposte, consapevoli del fatto che spesso esse generano altre domande in un loop esistenziale infinito ed infinitamente stimolante perché porta sempre a fare un passo avanti. Gli psicologi segnalano il pericolo di un “loop mentale” inteso come un circolo di pensiero, un anello, che può diventare un cappio, può portare a sentirsi stretti in una “morsa” ...

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