Passa ai contenuti principali
CACCIAMO I PROCI...


Ciò che è accaduto a Cristina BATTAGLIA  e Roberto ARBOSCELLO  è gravissimo: innanzitutto la nostra solidarietà deve essere immediata, netta e corale. Certamente le Autorità faranno tutto quanto sia necessario per risalire il più rapidamente possibile a mandanti ed esecutori. A noi spetta una profonda riflessione politica ed una incisiva azione mirata ad estirpare quella che penso sia la metastasi di un cancro da estirpare: l’intreccio tra l’esercizio doveroso e legittimo del potere derivato dal mandato elettorale e la presenza sempre più potente e oscura di interessi privati.
La malattia nasce da lontano e non solo nella nostra Provincia. Il grande risultato elettorale della Sinistra nel 1975 portò il meglio del suo gruppo dirigente ad amministrare una moltitudine di Enti Locali e conseguentemente a governare ciò che da essi dipendeva. Ediizia, sanità,  rifiuti…Chi visse quella stagione iniziò il cammino con orgoglio, onestà e con la speranza di incidere positivamente nella qualità della vita dei cittadini. C’era allora un sistema corale di supporto e controllo sulla azione degli Amministratori: un Partito forte e radicato, Organizzazioni Sindacali , Associazioni, e più in generale una condivisone  corale della passione per la Cosa Pubblica. Purtroppo nel tempo il mezzo, ovvero l’esercizio del potere per un fine superiore - è diventato fine. I Partiti , e in primo, luogo il nostro visto che ha amministrato ininterrottamente per decenni questo territorio, sono diventati sempre più dispensatori di poltrone e di privilegi personali. Non dobbiamo dimenticare che il primo caso di corruzione sistemica della politica avvenne in Liguria, e precisamente nel Savonese con ciò che fu il caso Teardo. Possiamo onestamente dire che quel sistema sia finito, che persone nate e cresciute dentro quel meccanismo non siano oggi presenti ai massimi livelli nella gestione della cosa pubblica? All’epoca c’era Pertini, e chi ebbe l’onore - come accadde a me - di essere presente in quel giorno ricorda la forza con cui il Presidente Partigiano parlò allora di “patto scellerato” a Savona, proprio nella Sala Consigliare.  Quel patto scellerato stipulato negli anni 80 ha dato inizio ad una degenerazione del rapporto tra politica e affari, ha creato un solidissimo  sistema di potere fino ad oggi inossidabile, che ha ignorato, escluso, diffamato e colpito chi non si allineava, che ha condizionato nomine e conseguentemente attività in ogni aspetto della vita civile. E’ stata positiva la presenza di persone nominate dalla politica nelle banche, nelle attività economiche, nella sanità, nei trasporti, nello smaltimento dei rifiuti, nelle associazioni culturali e benefiche? La risposta è nei fatti. Quel sistema è probabilmente al capolinea, anche perché non c’è più niente da spartire, e come un vecchio rancoroso e moribondo colpisce alla cieca, in modo sempre più feroce e pericoloso. Stanno accadendo troppe cose strane e  non mi risulta che ciò che è accaduto a Cristina e Roberto sia un fatto isolato. Questo è il nostro 8 settembre, e purtroppo non abbiamo la certezza di un 25 aprile futuro…ma possiamo, dobbiamo iniziare a levare la ruggine. Ulisse era un truffatore, era un bugiardo, ma amava Itaca…e fece la sua parte per cacciare i Proci che la umiliavano e la dissanguavano. La nostra Itaca è l’idea di una buona politica, trasparente e capace di trasformare i problemi delle persone in progetti di governo. Ma innanzitutto cacciamo i Proci

Commenti

Post popolari in questo blog

COSE DELL'ALTRO MONDO. Opere provenienti da dove sorge il Sole

“ Si vuole che la parola Asia derivi da una voce semitica (p. es. l'assiro Açu) significante "oriente", e che sarebbe stata usata dai Fenici e dai Greci per indicare il Paese d'Oriente, in contrapposto a Europa (Ereb), Paese d'Occidente; ma tale etimologia è tutt'altro che sicura, e l'origine del nome Asia, come quella di gran parte dei nomi geografici antichi, è da considerarsi tuttora ignota.” ( treccani.it)   La Storia sta rimescolando le carte, ed Ereb sembra perdere la partita. Senza addentrarci in complesse analisi geopolitiche appare evidente la crisi del nostro mondo, crisi morale prima che economica. Non facciamo più figli, non crediamo più a nulla che non sia spettacolo e merce.. Il “deus ex machina” (1) che Euripide e gli altri tragediografi Greci facevano apparire in momenti in cui la rappresentazione del dramma richiedeva un intervento divino autorevole e risolutore, oggi è il nome di un progetto usato in Svizzera per definire un inquietan...

MANU/FATTI: pettini e cucchiai della Collezione Tribaleglobale.

 IN MEMORIA DI RENATO BREVIGLIERI.  Prima o poi ciascuno di noi si imbatte nelle grandi domande, quelle che danno un senso all’esperienza di esistere. Davanti ad una nascita, una malattia o una morte che ci coinvolga direttamente, la profondità del Mistero della vita mette a pensare. La reazione  più immediata  è rimuovere la domanda; la rimozione aiuta certamente a sopravvivere ma la questione  resta lì, a sedimentare nel profondo fino a creare quella sottile angoscia che può diventare devastante; non è naturale rimovere i problemi e non elaborarli. Essere umani è essenzialmente porsi domande per costruire risposte, consapevoli del fatto che spesso esse generano altre domande in un loop esistenziale infinito ed infinitamente stimolante perché porta sempre a fare un passo avanti. Gli psicologi segnalano il pericolo di un “loop mentale” inteso come  un circolo di pensiero, un anello, che può diventare un cappio, può portare a sentirsi stretti in una “morsa” ...

Topeng, la forma formante / TOPENG, THE FORMING FORM

Bali, e l’Indonesia in generale, pagano con la notorietà turistica il prezzo della sottovalutazione di una storia millenaria e suggestiva. Una delle forme più banalizzate ma profonde della tradizione di quei popoli è la danza tradizionale. I turisti frettolosi che fotografano quella fantasmagorica performance fatta di suono, colore, immagine probabilmente non sanno che ogni volta viene messa in scena la creazione del mondo, lo scontro tra forze primordiali incarnate nella lotta eterna tra il bene e il male. E la maschera e’ protagonista.
In realtà Topeng non definisce esattamente il termine maschera, ma più in generale una precisa forma di teatro drammatico che è insieme una cerimonia liturgica spettacolarizzata. Significa pero’ letteralmente “qualcosa premuto contro il viso” ad implicita dichiarazione della relazione intima tra la maschera, chi la indossa e ciò che insieme evocheranno. L’oggetto in sé ovvero il legno scolpito e dipinto, si chiama Tapal. E’ realizzata con il pule, le...