Passa ai contenuti principali

CHISSA'...a proposito di Goethe, di forme misteriose e di 無 MU, una mia scultura...

 CHISSA’….   


Ci sono opere che dichiarano l’universalità dell’arte oltre ogni remora,  e con buona pace di molti addetti ai lavori, l’inconsistenza dell’idea di originalità per come essa viene comunemente intesa.


Eccone una, potente e lampante . 





Chissà chi è stato il primo a sovrapporre una sfera ad un cubo in modo consapevole, ed a dare a questa installazione un significato concettuale… Credo fu Johann Wolfgang von Goethe. Non un artista visivo quindi, ma uno scrittore e poeta. Ne fece un disegno, e lo intitolò “Stein des guten Glücks”, in italiano “Pietra della Buona Fortuna”. Era il 1777, l’opera divenne una scultura - probabilmente realizzata da Adam Friedrich Oeser, scultore che qualche anno prima fu il suo maestro di disegno -  ed è ancora oggi  visibile nel giardino della casa di Weimar così cara a Goethe. 


Chissà se Josef Hartwig la vide…. E’ probabile, perché lo scultore tedesco nel 1921 venne chiamato a Weimar da Walter Gropius  per dirigere il Dipartimento di scultura del Bauhaus; qui, nel 1924 , progetto e realizzò la sua opera più famosa, una scacchiera composta da pezzi destinati a diventare iconici ben oltre il mondo degli appassionati del genere; la Regina fu pensata sovrapponendo una sfera ad un cubo, come la Pietra della Buona Fortuna di Goethe.  


Chissà se l’intero progetto fu ispirato dall’opera presente da un secolo e mezzo a pochi chilometri di distanza, e fedelmente riproposta come pezzo più importante nella Bauhaus Schachspiel .. Certamente quella scacchiera è forse la testimonianza più incisiva del movimento che fece  dell’idea che la forma debba seguire la funzione il proprio principio basilare. 





“ Il pedone e la torre si muovono parallelamente al bordo della scacchiera, e questo è espresso da una forma cubica. Il cavallo, che si muove su uno schema a L di quattro caselle, è caratterizzato da una L formata da quattro cubi. La mossa diagonale dell’alfiere rispetto al bordo della scacchiera è rappresentata da una croce tagliata da un cubo. Il re si muove sia ad angolo retto che in diagonale: un cubo piccolo si sovrappone con un angolo di 45° a uno più grande. La regina, il pezzo che può muoversi più liberamente, è composta da un cilindro (1)  e da una sfera. Si distingue in netto contrasto con il re, la torre e il pedone, che hanno la forma di un cubo, simbolo di tutto ciò che è pesante e ingombrante. Il valore dei pezzi è indicato dalla loro altezza e dal loro volume. Il re e la regina sono i più grandi. L’alfiere e il cavallo hanno le stesse dimensioni. Ognuno di essi ha la metà del volume della torre, che a sua volta è circa tre volte più grande di un pedone. (2) 


Intrecci e suggestioni si sprecano…Il giardino di un visionario eretico, tempestoso ed impetuoso (3) collocato nella stessa città che ospitò Bauhaus - l’ultimo anelito organizzato di libertà espresso dalla Germania ante Hitler e prontamente soffocato dal nazismo- …. una scultura  presente in quel giardino che ragionevolmente ispirò  la creazione dell’opera forse più iconica ed intrisa di pensiero libero di quel movimento, la Regina degli Scacchi  disegnata da  Josef Harwingh -che in seguito aderì al partito di Hitler rinnegando la sua storia e i suoi compagni-… il filo rosso che lega  idee e persone  ( Shakespeare, Sturm und drung, Illuminismo ) (3) per arrivare fino a noi con le citazioni della Pietra della Buona Fortuna disegnata da Goethe nel 1777,  fatte da Daniel Spoerri ( https://www.danielspoerri.org/giardino/it/work/opera-050-j-w-v-goethe-agathe-tyche-pietra-della-buona-fortuna/ ) e Dino Gavina ( L’Altare della Buona Fortuna , Vercelloni V., L’avventura del design: Gavina, Editoriale Java Book spa, Milano, 1987, fig. 106) .


Quest’opera colpisce anche me , ed ho voluto farla mia riproducendola in modo che i due solidi risultino staccati grazie ad un corto tubo di perspex trasparente, creando  l’illusione che la sfera sia sospesa. In fondo nulla è realmente, solidamente e definitivamente ancorato alla realtà. Per questo che ho chiamato quest’opera Mu , usando il carattere cinese tradizionale    “ che indica un intervallo di spazio e di tempo, una sospensione, un vuoto carico di significato che per l’estetica giapponese rappresenta una fondamentale esperienza conoscitiva. Il principio di Mu proviene dallo Zen, descrive il vuoto come lo spazio in cui si generano le forme: il vuoto non è il nulla, ma è il presupposto della stessa forma, come una tela che permette che si possa realizzare un dipinto. (4)   

Giuliano Arnaldi. Onzo 6 giugno 2025


Giuliano Arnaldi,  MU.2025.  Acciao  AISI 304 cm 130 x 71,4 x 71,4


Note

  1. Si conoscono diverse versioni della scacchiera, in quella definitiva . …”la sfera ritorna nell’ultima versione. In questo caso la regina mantiene la base squadrata della versione precedente, che, in analogia con quella del re sottolinea il rapporto semisimbolico ora figurativizzato esclusivamente dalla sfera come non-limite che si oppone al cubo in quanto limite. “ da Enrico Barbetti,Analisi sociosemiologica di una scacchiera del Bauhaus  https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/download/4064/3209/  L’articolo è una completa referenza sulla’argomento.
  2. Testimonianza delle parole di Hartwig riportate in Bobzin, Weber (2006), nella traduzione di Enrico Barbetti  
  3. Lo Sturm und Drang ( letteralmente tempesta e impeto ) non è affatto la negazione dell'Illuminismo, tanto meno nasce quale movimento anti-illuminista. Esso dovrebbe essere considerato più come il naturale prosieguo dell'Illuminismo. La generazione tedesca dello Sturm und Drang non scorgeva nulla di irrazionale nel lasciare che il "genio" sviluppasse da sé le sue capacità intellettuali: al contrario, irrazionale per gli Stürmer und Dränger era la fredda e accademica imposizione di norme e regole che, attraverso una disincantata profondità storica, venivano collocate in un passato troppo remoto e dunque viste come inattuali e inutili. https://it.wikipedia.org/wiki/Sturm_und_Drang 
  4. Si veda Walter Ferrero,  https://parsifal-yoga.it/posts/yugen-e-mu-possibilita-e-bellezza  

Post popolari in questo blog

COSE DELL'ALTRO MONDO. Opere provenienti da dove sorge il Sole

“ Si vuole che la parola Asia derivi da una voce semitica (p. es. l'assiro Açu) significante "oriente", e che sarebbe stata usata dai Fenici e dai Greci per indicare il Paese d'Oriente, in contrapposto a Europa (Ereb), Paese d'Occidente; ma tale etimologia è tutt'altro che sicura, e l'origine del nome Asia, come quella di gran parte dei nomi geografici antichi, è da considerarsi tuttora ignota.” ( treccani.it)   La Storia sta rimescolando le carte, ed Ereb sembra perdere la partita. Senza addentrarci in complesse analisi geopolitiche appare evidente la crisi del nostro mondo, crisi morale prima che economica. Non facciamo più figli, non crediamo più a nulla che non sia spettacolo e merce.. Il “deus ex machina” (1) che Euripide e gli altri tragediografi Greci facevano apparire in momenti in cui la rappresentazione del dramma richiedeva un intervento divino autorevole e risolutore, oggi è il nome di un progetto usato in Svizzera per definire un inquietan...

MANU/FATTI: pettini e cucchiai della Collezione Tribaleglobale.

 IN MEMORIA DI RENATO BREVIGLIERI.  Prima o poi ciascuno di noi si imbatte nelle grandi domande, quelle che danno un senso all’esperienza di esistere. Davanti ad una nascita, una malattia o una morte che ci coinvolga direttamente, la profondità del Mistero della vita mette a pensare. La reazione  più immediata  è rimuovere la domanda; la rimozione aiuta certamente a sopravvivere ma la questione  resta lì, a sedimentare nel profondo fino a creare quella sottile angoscia che può diventare devastante; non è naturale rimovere i problemi e non elaborarli. Essere umani è essenzialmente porsi domande per costruire risposte, consapevoli del fatto che spesso esse generano altre domande in un loop esistenziale infinito ed infinitamente stimolante perché porta sempre a fare un passo avanti. Gli psicologi segnalano il pericolo di un “loop mentale” inteso come  un circolo di pensiero, un anello, che può diventare un cappio, può portare a sentirsi stretti in una “morsa” ...

PROCESSIONI, Dal Tamil Nadu a Savona, tutto il mondo è paese..

  La definizione è poco scientifica ma molto chiara: t utto il mondo è paese. E’ un modo di dire usato già dai Romani; Nel I secolo d.C. Petronio scriveva: “ ubique medius caelus est (Sat." XLV , 3) “, traducibile letteralmente:   " Ovunque c'è in mezzo il cielo ”, che è già un motto meno prosaico.. Se preferite una definizione più articolata , possiamo dire che è l’ennesima evidenza di una dimensione archetipale nella  elaborazione culturale dell’intera umanità, in ogni tempo e in ogni luogo, e del fatto che anche le forme usate per esprimere tali elaborazioni risultano simili se non identiche.  Il  sentimento religioso è l’ambito nel quale gli esseri umani elaborano l’interazione con il Mistero della vita, e conseguentemente ne danno forma rituale adeguando le cerimonie celebrate allo scorrere del tempo e delle stagioni, con tutte le implicazioni sia concrete che evocative. Cambia il luogo, cambia il tempo e cambia   la divinità, ma raramente cambia l...