PREMESSA
La traduzione letterale di “expansis manibus” è “con le mani tese”, ma questa espressione viene comunemente usata sia nella letteratura religiosa cristiana sia nella descrizione di opere d’arte a soggetto religioso.
Le braccia sono alzate, rivolte verso il cielo.
E’ tra le invocazioni ancestrali più diffuse e istintive, forse è il modo più antico ed autentico per stabilire un rapporto con il Mistero, da sempre metaforicamente posto in cielo.
La Cinesica e la Prossemica, scienze che studiano il linguaggio del corpo e del suo porsi in relazione con gli altri e lo spazio, collocano questa postura in relazione diretta con il funzionamento del nostro cervello: È scientificamente provato che il cervello ha maggiori connessioni con le mani che con qualsiasi altra parte del corpo. Allan Pease, psicoterapeuta esperto in comunicazione e linguaggio del corpo, ha condotto un esperimento con otto diversi oratori, che hanno tenuto una serie di discorsi di una decina di minuti ciascuno con un pubblico sempre diverso. E’ stato loro chiesto di usare questi tre gesti durante i loro discorsi. Dallo studio è emerso che gli oratori che usavano maggiormente i palmi verso l'alto hanno ottenuto 84% dei consensi da parte del pubblico, il 52% invece quando pronunciavano il medesimo discorso tenendo i palmi verso il basso e solo il 28% quando usavano il pugno chiuso con il dito puntato.
E’ naturale che l’arte, linguaggio universale dell’umanità, usi questa forma per evocare l’urgenza di porsi in relazione con il Mistero.
Expansis Manibus diventa un format, se preferite una forma espositiva che ricorrerà più volte nelle storie che vi racconteremo. Le due grandi sculture Kalimatan e Lobi proseguono quindi il loro dialogo, dopo Agenore Fabbri un altro Pistoiese, Filippo Biagioli, mette in campo una grande scultura impegnativa già nell’incipit. E’ una Menorah, letteralmente un candelabro nella lingua Ebraica. In realtà è una forma evocativa centrale sia nel tempo di Hannukka che nella interezza della vita rituale Ebraica, come in altre realtà Esoteriche. La Menorah ( מנורה in lingua ebraica ) è un simbolo antico e complesso, fin dal numero dei bracci, che rimandano sia al rovo ardente in cui si manifestò la voce di Dio a Mosè sul monte Horeb, sia ai sette giorni della settimana, con il sabato al centro, alle Sette Nubi di Gloria che protessero gli Ebrei nel deserto, ai sette canali del volto dell'essere umano: i due occhi, due orecchie, due narici e la bocca…è strettamente connessa con la Luce, intesa come forza interiore. Per i primi Cristiani il candelabro a sette bracci unendo il “tre” della Trinità con il Quattro dei punti cardinali terresti, diventa simbolo di unità tra il Divino e il Terreno, ed insieme rappresenta i sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. Personalmente vedo nella essenzialità formale della Menorah anche l’umana protensione verso il Cielo, in questo senso una forma “expansis manibus” . L’omaggio alla Menorah di Filippo Biagioli, posta in questa installazione a dialogare con le sculture di Arti Primarie, è insieme essenziale e potente, carica di contenuti, ed è parte di un lavoro più ampio compiuto dall’Artista Pistoiese sui Sacri Testi , che egli presenta così :
“La realizzazione di questo gruppo di Menorah risale all’anno 2020, periodo in cui il virus del covid colpì il mondo e fummo costretti alla quarantena. Un periodo sotto vari aspetti durissimo per ogni individuo, rilassante e tranquillo, per me. Tutto quello che l’essere umano aveva da affrontare, io l’avevo già fatto in passato: il confinamento nell’isolamento, il contatto con virus mortali, la paranoica attenzione verso tutto, dalle altre persone fino al più microscopico organismo. Tutto questo perché in passato con i virus, batteri, muffe ecc. ecc. ci ho lavorato. Avevo vissuto anche quello che è successo dopo e sta succedendo ora. Tanti anni fa, dopo nove mesi rinchiuso in un ospedale a causa di un incidente, sapevo dai medici, che il ritorno alla normalità mi avrebbe causa moltissimi contraccolpi psicologici. Cosa che infatti moltissime persone stanno subendo. Si vede dai loro comportamenti.
Il periodo dell’inizio della pandemia coincise con la fine della mia seconda lettura della Torah. I miei studi su di Essa, si possono trovare sul mio blog e la storia della realizzazione della Menorah sul mio canale YouTube (titolo: Quarantena di Luce). La lettura dei Testi Sacri mi resero fin dalla prima riga la sensazione di vivere quelle parole in senso sinestetico. I personaggi emanavano Luce, erano forti nei loro insegnamenti e tutto sembrava avvolgermi. Le “semplici” lettere con cui l’Altissimo aveva Creato l’Universo si “muovevano”, erano portatici di Luce, colori, suoni. Tutto questo l’ho riproposto dopo. Vedevo il mondo affrontare la pandemia nei modi più disparati (chi ridendo, chi con rabbia, chi con rassegnazione e tanto altro) pensai che il mio tempo allo studio potesse essere impiegato per realizzare qualcosa che portasse Luce nell’oscurità che andava sovrastando il mondo. Nasce così la mia prima Menorah, quella più grande di tutte.
Essa è fatta in legno di abete e non rispetta i Canoni Sacri dettati dall’Altissimo per la Sua realizzazione. Si può considerare un “omaggio” alla Menorah, una reliquia. Il legno è inciso e tutti i rilievi sono fatti con farina di mais. I segni astratti che la ricoprono sono casuali, tranne che in alcuni punti. In certe zone ho seminascosto delle scritte a ricordo dell’importanza della Menorah nella storia ebraica e nel mondo universale.
Alla base c’è il Nodo di Salomone, versione chiusa. Serve a ricordare come noi attraversiamo la vita sempre guardando avanti in un flusso di tempo che è presente, passato e futuro, tutto insieme unificato. Viene riportata la scritta אור Luce, per i motivi sopra citati. C’è la lettera ב, perché è così che inizia la Torah ed è così che dobbiamo vivere, guardando avanti e non dietro, sopra o sotto. C’è la lettera solitaria ד, che studi Rabbinici indicano di inserire quando c’è un insegnamento. C’è la scritta בעל פה (Be al pe) che significa orale, a memoria. C’è la parola (Hikir) הכיר, conoscere. Infine פלא (Pele) che significa “meraviglia” .
https://www.flickr.com/photos/tribaleglobale/albums/72177720306528235
About expansis manibus
The literal translation is "with outstretched hands", but this expression is commonly used both in Christian religious literature and in the description of works of art with a religious subject.
The arms are raised, pointing towards the sky.
It is among the most widespread and instinctive ancestral invocations, perhaps it is the oldest and most authentic way to establish a relationship with the Mystery, which has always been metaphorically placed in heaven.
Kinetics and Proxemics, sciences that study body language and its relationship with others and space, place this posture in direct relation with the functioning of our brain: It is scientifically proven that the brain has greater connections with hands than with any other part of the body. Allan Pease, a psychotherapist expert in communication and body language, conducted an experiment with eight different speakers, who gave a series of speeches of about ten minutes each with an ever-changing audience. They were asked to use these three gestures during their speeches. The study showed that the speakers who used the palms up the most obtained 84% of the approvals from the audience, 52% instead when they gave the same speech keeping the palms down and only 28% when they used the clenched fist with pointing finger.
It is natural that art, the universal language of humanity, uses this form to evoke the urgency of relating to the Mystery.
Expansis Manibus becomes a format, if you prefer an exhibition form that will recur several times in the stories we will tell you. The two large sculptures Kalimatan and Lobi then continue their dialogue, after Agenore Fabbri another Pistoiese, Filippo Biagioli, puts in place a large challenging sculpture already in the incipit. It is a Menorah, literally a candelabrum in the Hebrew language. In reality it is a central evocative form both in the time of Hannukka and in the entirety of Jewish ritual life, as in other Esoteric realities. The Menorah ( מנורה in Hebrew ) is an ancient and complex symbol, right down to the number of arms, which refer both to the burning bush where the voice of God was manifested to Moses on Mount Horeb, and to the seven days of the week, with the Saturday in the centre, to the Seven Clouds of Glory which protected the Jews in the desert, to the seven channels of the face of the human being: the two eyes, two ears, two nostrils and the mouth…it is closely connected with the Light, understood as inner strength . For the first Christians, the seven-branched candelabrum, uniting the "three" of the Trinity with the Four of the earthly cardinal points, becomes a symbol of unity between the Divine and the earthly, and together represents the seven gifts of the Holy Spirit: wisdom, intellect, counsel , fortitude, science, piety, fear of God. Personally I see in the formal essentiality of the Menorah also the human reaching out to Heaven, in this sense an "expansis manibus" form. The homage to the Menorah by Filippo Biagioli, placed in this installation to dialogue with the sculptures of Primary Arts, is both essential and powerful, full of content, and is part of a larger work carried out by the Pistoia artist on the Sacred Texts, which he presents as follows:
“The creation of this Menoraha group dates back to the year 2020, a period in which the covid virus hit the world and we were forced into quarantine. A period in various respects very hard for each individual, relaxing and peaceful for me. I had already done everything human beings had to face in the past: confinement in isolation, contact with deadly viruses, paranoid attention towards everything, from other people to the most microscopic organism. All this because in the past with viruses, bacteria, molds, etc. etc. i worked there. I had also experienced what happened next and it's happening now. Many years ago, after nine months locked up in a hospital due to an accident, I knew from the doctors that returning to normal would cause me a lot of psychological backlash. Which in fact a lot of people are suffering. It shows in their behavior.
The period of the beginning of the pandemic coincided with the end of my second Torah reading. My studies of It can be found on my blog and the story of the making of the Menorah on my YouTube channel (title: Quarantine of Light). Reading the Sacred Texts made me feel from the very first line that I was living those words in a synaesthetic sense. The characters emanated Light, they were strong in their teachings and everything seemed to envelop me. The "simple" letters with which the Most High had created the Universe "moved", they were bearers of Light, colors, sounds. I did all this again later. I saw the world facing the pandemic in the most disparate ways (some laughing, some with anger, some with resignation and much more) I thought that my time studying could be used to create something that would bring Light into the darkness that was overpowering the world. This is how my first Menorah was born, the biggest one of all.
It is made of fir wood and does not respect the Sacred Canons dictated by the Most High for His realization. It can be considered a "homage" to the Menorah, a relic. The wood is engraved and all the reliefs are made with cornmeal. The abstract signs that cover it are random, except in some places. In certain areas I have half-hidden writings to remind me of the importance of the Menorah in Jewish history and in the universal world.
At the base is the Knot of Solomon, closed version. It serves as a reminder of how we go through life always looking forward in a flow of time that is present, past and future, all together unified. The writing אור Luce is reported, for the reasons mentioned above. There is the letter ב, because this is how the Torah begins and this is how we are to live, looking forward and not behind, above or below. There is the solitary letter ד, which Rabbinical studies indicate to insert when there is a teaching. There is the inscription בעל פה (Be al pe) which means oral, by heart. There is the word (Hikir) הכיר, to know. Finally פלא (Pele) which means "wonder".
Il vero eroe non è l'individuo votato a grandi imprese, bensì chi è riuscito − attraverso le piccole cose − a costruirsi uno scudo fatto di lealtà.Paulo Coelho, Il manoscritto ritrovato ad Accra, 201 2 La foto riproduce uno scudo rituale della cultura KATU ( Vietnam, Laos ) Anche in questo caso le opere d’arte ci ricordano che i confini delle culture non sono tirati con il righello dei colonialisti, ma plasmati da un complesso sistema di fattori geografici, storici ed economici che formano i popoli e le loro tradizioni. Ci ricordano che sono permeabili, reciprocamente influenzati dagli usi e dai costumi delle persone che li abitano; luoghi di incontro, e non necessariamente di scontro. Ci ricordano anche come l’uso delle parole non è asettico, ma potenzialmente propagatore di pregiudizi e discriminazione. Questo scudo cerimoniale è abitualmente attribuito ad un popolo vietnamita chiamato Moi; già l’uso di questo termine è ambiguo e in parte irrispettoso. Infatti i diverso ...
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