IL SALE, IL BURRO…
La bellezza quieta della pace
Mendadica, 20 marzo 2022
A cura della Associazione SITUAZIONI TRIBALIGLOBALI,
in collaborazione con il comune di Mendatica, Cooperativa Brigì, Pro Loco
ore 11.30 inaugurazione delle mostre:
- Ghurras, Divini Supporti dalle montagne del Nepal
immagini qui n https://www.flickr.com/photos/tribaleglobale/albums/72157647792993849
Casa del pastore - Museo civiltà delle malghe
- Sale nero, fotografie di Stefano Pansotti
immagini qui https://www.stefanopensotti.com/book_sale_nero-a6802
Sala consigliare comune di Mendatica
Ore 15.30
- Presentazione della scultura “ Ommu de Faija” di Giuliano Arnaldi e Emilio Grollero
fontana “can du Filipò”, via San Bernardo
Ore16
laboratorio con i bambini a cura di Simonetta Tassara
Costruiamo l'ommu de Faija con materiali di riciclo
biblioteca civica, all'aperto tempo permettendo
Viviamo tempi in cui gli esseri umani mostrano il loro volto peggiore, quello della guerra: crudeltà, ipocrisia, cinismo..l’arte ci ricorda che siamo altro, anzi Altro! Volendo sappiamo cogliere il meglio di ciò che la natura ci offre, e trasformarlo in energia vitale. Accade ovunque nel mondo, è accaduto in ogni tempo. Abbiamo capito in fretta che il sale era un dono prezioso, e per scambiarlo con altre genti ottenendo ciò che da noi non c’era, ci siamo incamminati su strade impegnative, con la stessa fatica, dai deserti africani alle nostre montagne lungo le Vie del sale. Proprio per questo raccontiamo attraverso gli splendidi scatti tratti di Stefano Pansotti una “via del sale” ancora viva, Oggi la maggior parte delle rotte carovaniere non è percorsa da cammelli, ma in Mali, per il commercio locale di sale, viene ancora utilizzato un itinerario che collega Timbuctu a Taoudenni dove il popolo tuareg attraversa il Sahara con i cammelli, percorrendo fino a 2400 km per periodi lunghi fino a sei mesi. Altro elemento ed alimento preziosissimo è il latte. Abbiamo capito in fretta che quella linfa vitale generata da bovini ed ovini non era solo utile alimento in se, ma elemento trasformabile in cibo più duraturo e gustoso. E la trasformazione è avvenuta grazie al valore aggiunto che ci fa persone: la bellezza ingegnosa. Abbiamo trasformato pezzi di legno in strumenti di lavoro, dandogli spesso forme impregnate di bellezza evocativa e potente oltre che di odori e sapori ancestrali. E’ interessante e utile fermarsi a riflettere su questo aspetto, evidente sopratutto in oggetti creati come i Ghurras presentati in questa esposizione: provengono dal Nepal, ed erano usati per trasformare il latte in burro mediante il processo di zangolatura. La forma, il modo di usarli ( esercitando un movimento “a otto” che ricorda il simbolo dell’infinito ) è una sorta di preghiera di invocazione e ringraziamento verso il Divino per il dono prezioso del cibo. Da popoli che definiamo primitivi, sottosviluppati, arriva una formidabile lezione di umanità, ben comprensibile da chi vive ancora immerso nella bellezza aspra ed impegnativa delle nostre montagne, da chi ancora pratica o almeno ricorda l’antico rito della transumanza e la cultura delle Malghe.
Testimone solido e duraturo di questo sguardo sulla memoria antica è un grande Portale in ferro realizzato da Giuliano Arnaldi ed Emilio Grollero e posto a Mendadica, Porta delle Malghe: si chiama “ Ommu da Faija”, in omaggio alla stirpe di giganti che si narra fondò Mendatica, e da cui traggono origine i Mendaticesi di oggi. La tradizione ci parla degli “ ommi da Faija”, termine che come ricorda Paolo Ramella può essere derivato dall’occitano ( favola, e da qui la definizione di uomini leggendari) o dal termine Faggio, per identificare coloro che vivevano nel bosco spontaneo e non in quello coltivato a castagni. Uomini abituati a fatiche che richiedevano una forza notevole, e che forse - come ragionevolmente ipotizza Ramella- appartenevano ad un popolo venuto da lontano, insediatosi per primo in questi luoghi.
Il Portale è posizionato in modo che il 20 marzo il primo sole del giorno dell’Equinozio di Primavera “nasca” nel cuore della scultura, buon auspico per una nuova e bella stagione, e mai , negli ultimi decenni, abbiamo avuto bisogno come ora di sperare nel rinascere della vita.
We live in times in which human beings show their worst face, that of war: cruelty, hypocrisy, cynicism ... art reminds us that we are other, indeed Other! If we want, we know how to take the best of what nature offers us, and transform it into vital energy. It happens everywhere in the world, it has happened all the time. We quickly understood that salt was a precious gift, and in order to exchange it with other people, obtaining what was not there, we set out on demanding roads, with the same effort, from the African deserts to our mountains along the Vie del salt. Precisely for this reason we tell through the splendid shots taken by Stefano Pansotti a "salt road" still alive. Today most of the caravan routes are not traveled by camels, but in Mali, for the local salt trade, an itinerary is still used which connects Timbuktu to Taoudenni where the Tuareg people cross the Sahara on camels, traveling up to 2400 km for periods of up to six months. Another very precious element and food is milk. We quickly understood that the lifeblood generated by cattle and sheep was not only a useful food in itself, but an element that could be transformed into more lasting and tastier food. And the transformation took place thanks to the added value that makes us people: ingenious beauty. We have transformed pieces of wood into work tools, often giving them shapes imbued with evocative and powerful beauty as well as ancestral smells and flavors. It is interesting and useful to stop and reflect on this aspect, especially evident in objects created such as the Ghurras presented in this exhibition: they come from Nepal, and were used to transform milk into butter through the churning process. The shape, the way of using them (exercising an "eight" movement reminiscent of the infinity symbol) is a sort of prayer of invocation and thanksgiving to the Divine for the precious gift of food. From peoples we define primitive, underdeveloped, comes a formidable lesson in humanity, well understood by those who still live immersed in the harsh and demanding beauty of our mountains, by those who still practice or at least remember the ancient rite of transhumance and the culture of the Malghe.
A solid and lasting witness to this gaze on ancient memory is a large iron portal made by Giuliano Arnaldi and Emilio Grollero and placed in Mendadica, Porta delle Malghe: it is called "Ommu da Faija", in homage to the lineage of giants that is said to have been founded Mendatica, and from which the Mendaticesi of today originate. Tradition tells us about the "ommi da Faija", a term that, as Paolo Ramella recalls, can be derived from the Occitan (fable, and hence the definition of legendary men) or from the term Beech, to identify those who lived in the spontaneous wood and not in the one cultivated with chestnut trees. Men accustomed to efforts that required considerable strength, and who perhaps - as Ramella reasonably hypothesizes - belonged to a people who came from afar, first settled in these places.
The Portal is positioned so that on March 20 the first sun of the day of the Spring Equinox "is born" in the heart of the sculpture, a good omen for a new and beautiful season, and never, in recent decades, have we needed more hope in the rebirth of life.
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