MAIEUTICA AFRICANA
Sono colpito dalla evidenza archetipica delle opere d'arte primaria, siano esse africane, oceaniche, asiatiche oppure remote come le incisioni rupestri. Monumentalizzandole e "traducendone" il materiale ( in relazione ai diversi obiettivi che mi pongo di volta in volta) cerco di utilizzare quelle opere come elementi di un vero e proprio alfabeto metaforico fatto di segni, materie, colori, forme: : con esso scrivo le storie che voglio raccontare, spesso legate alla cronaca , sperando di evidenziarne quindi l'elemento mitico.
LE MIE MASCHERE E SCULTURE D'ORO: un gesto d'arte su opere tradizionali africane
In molte opere africane, anche copie, ci sono tracce di autenticità, di verità..è l'archetipo che si manifesta. bisogna sapere vedere. Io cerco quelle tracce, è il mio modo di fare arte: sono tracce implicite, non evidenti, spesso è la percezione di un insieme di forme e segni, a volte il modo di impostare la forma, o l'esasperazione di un singolo elemento. Con questa serie di opere cerco di evidenziare queste tracce con la preziosità dell’oro: l'oro stesso è un archetipo, noi lo associamo d'istinto all'idea di preziosità e bellezza: ma non basta dorare un oggetto per renderlo bello. la bellezza deve essere dentro, in potenza. L'oro può servire a farla percepire. Nel passato ho usato un altro modo, e lo farò ancora : ho modificato le dimensioni degli oggetti, trasformando sculture in legno alte trenta centimetri in bronzi di tre metri, e la monumentalità è venuta fuori con grande potenza. In questo caso ho scelto una azione più leggera , più essenziale. vorrei alleggerire il gesto artistico, avere più sostanza con meno materia ; forse è un'esigenza di ecologia artistica, forse la necessità di uno sguardo diverso. Spero che il risultato risulti bello: è la bellezza il miglior indicatore della verità.
NIGRA SUM, SED FORMOSA..( Ct 1,6 ).
Forse ho trovato un mezzo ( e che non è impegnativo e costoso come far Monumenti..) per dare vita ad alcuni pensieri che mi vengono, vivendo quotidianamente in mezzo alla bellezza del mio lavoro.
Ho cominciato con la doratura di maschere e oggetti tradizionali africani di fattura recente, privi di storia e a volte anche di fascino apparente. L’ Oro comunica in modo immediato e dirompente un messaggio di autorevole preziosità. Ma non trovo convincenti alcuni oggetti rivisti con l’oro. Mi sembra che essi chiedano altro per tirare fuori l’energia che vedo in loro, e vorrei che il risultato finale fosse soddisfacente per me, ma leggibile anche per chi avrà voglia di vederli. Non voglio modificare forma e materia, perché non mi interessa aggiungere o levare, ma cambiare lo sguardo.
Resta il colore.
Non è semplice: in Africa il colore è linguaggio come la forma e il segno, e quindi il rischio è quello di adulterare il contenuto profondo che mi sembra di scorgere in quei manufatti. Usando l’oro infatti non intendo “cambiare” , ma tradurre un oggetto e dichiararne pubblicamente la natura intimamente preziosa. Chi come me pensa che l’arte parli , non deve compiacersi in una sorta di autismo artistico , ma cercare di farsi comprendere. In fondo gli Artisti sono sempre stati narratori, che abbiano scelto solo loro stessi o il resto del mondo come destinatari della narrazione. Ciò vale sopratutto in tempi come questi, dove ciascuno è chiamato a fare la sua parte nella mischia, per ciò che è, per ciò che sa.
Tornando al colore, ecco perché ho pensato al nero assoluto, opaco e profondo.
“ Il nero può essere definito come l'impressione visiva che viene sperimentata quando nessuna luce visibile raggiunge l'occhio, che combina tutti i colori della luce che stimolano in maniera uguale i tre tipi di recettori sensibili ai colori.
I pigmenti che assorbono la luce piuttosto che rifletterla danno luogo al "nero". Un pigmento nero, tuttavia, risulta da una combinazione di diversi pigmenti che insieme, assorbono tutta la luce di ogni colore. Se vengono impiegate le proporzioni corrette dei tre pigmenti primari, il risultato riflette così poca luce da risultare nero.
Questo porta a due descrizioni apparentemente opposte ma complementari del nero. Il nero è la mancanza di tutti i colori che formano la luce, oppure una combinazione di più colori di pigmenti. Vedere anche colori primari e pigmenti primari. Noi sappiamo che il colore nero comprende tutti i colori dello spettro luminoso. Vi è, però, qualcosa che vediamo nero che non è alcun colore, neanche il colore nero: il nero dello spazio.” ( Wikipedia)
Sarebbe già sufficiente: mettiamoci anche, e sopratutto, che il nero è per definizione il colore dell’Africa.
In molte culture Africane simboleggia la saggezza e la prosperità, il nome dell’Antico Egitto era KeMeT , Terra Nera perché ricca di limo e quindi fertile e feconda. Ma ciò che mi ha convinto è stato ricordare le Madonne Nere, e ad esse associare il celebre e misterioso “ Nigra Sum, sed formosa” scritto nel Cantico dei Cantici di Salomone ( Ct 1,6) .
Al netto delle diverse interpretazioni sia della tradizione Ebraica che di quella Cristiana ( e di tante bestialità pseudoesoteriche…) quella meravigliosa opera poetica è un dialogo tra innamorati, appassionato, intenso, carnale..e questa misteriosa Donna “Nera, ma bella..” evoca lo spessore e la sofferenza della condizione femminile, dei suoi saperi oggi indispensabili per salvare un mondo messo a rischio da troppi millenni di paternalismo maschilista.
Ecco quindi la serie “ Nigra sum..sed formosa..” Le mie Donne/Madonne Nere”.
GUARDARE DENTRO
Cosa c'è dentro una reliquia, quale è la misteriosa energia che racchiude? E sopratutto, come si può "vedere" dentro con gli occhi del cuore? Ho pensato che le reliquie africane - e in questo caso i Kotoko warriors racchiusi in piccoli sacchetti di pelle insieme a materiale magico e terapeutico- potessero rendere vivo e coinvolgente anche uno strumento asettico come le Radiografie usate in medicina, trasformandolo in una forma di espressione artistica. Fotografare poi le lastre, grazie alla sapiente esperienza di Fulvio Rosso, ha consentito di ottenere una ulteriore e suggestiva lettura delle opere.
SGUARDI...
Installazione. 2016, Olio su tela, Legno dipinto, specchio. Cm 175 x 70
Lo sguardo mi colpisce: c’è dentro l’essenza della vita . in questo caso ho scelto di mescolare - o se preferite un termine più nobile concettualizzare - tempi, stili, forme.
Il dipinto che apre la sequenza è seicentesco e di buona fattura . Il giovane che fuma la pipa ha uno sguardo che segue chi lo osserva, con un sentimento languido , forse licenzioso. Ho scelto di mettere la maschera Yena ( cultura Kwoma, P.N.G.) in una cornice perché incorniciare serve abitualmente a delimitare e valorizzare un’opera ma la il termine deriva dal greco κορωνίς -ίδος ,che significa linea curva ma anche compimento. Per compiere l’opera che avevo in testa mi serviva una definizione contestuale omogenea, e le tre cornici sono simili nella forma e nell’aspetto estetico: compiono quindi bene la foro funzione. Lo sguardo della maschera risulta forse più leggibile e collegabile agli altri oggetti se visto delimitato da una cornice.
Grazie al legante della cornice prende un senso anche la terza parte: lo specchio. Basta avere il coraggio di guardarci dentro. Cosa vedremo ? “ Nemmeno il più saggio può dirlo: lo Specchio mostra molte cose; cose che furono... cose che sono... e alcune cose che devono ancora verificarsi.” ( Dama Galadriel, il Signore degli Anelli )
Giuliano Arnaldi , Vendone 5 novembre 2016.
l’installazione è esposta nella Sala dell’Oceania del MAP di Vendone.
Note alla fotografia
1) Ho preferito scattare la foto senza lo specchio nella terza cornice: penso sia meglio fermare questa immagine senza l’artificio di ciò che esso rifletterebbe, e lasciare ad ogni occasione di “riflessione” la responsabilità di una traccia, che quindi resterà esperienza di chi interagirà in quell’istante.
2) la colatura di colore che appare in alto sulla terza cornice è parte dell’affresco realizzato da Andrea Mattiello nella Stanza dell’Oceania, in cui questa opera è esposta.
Il Monumento a Nicola Calipari e Felice Cascione ad Arnasco ( SV).
OPERE MONUMENTALI / MONUMENTAL WORKS
BRONZO, M.3 Ciclo dell''8 settembre, in memoria degli Eroi Normali. Il monumento venne inaugurato ad Arnasco ( Sv) in località Bezzo il 26 aprile 2005 a circa 50 giorni dall'assassinio di Nicola Calipari avvenuto a Bagdad E’ a lui, e in memoria di Felice Cascione, che l’opera e la piazza sono dedicati.
L’opera è la copia di un flauto del popolo Mossi ( Burkina Faso ):l’ oggetto originale è utilizzato per accompagnare le danze, attraverso un suono mono o bitotale che imita la voce umana. Ho monumentalizzato quest’opera d’arte africana per rendere evidente il fatto che l’armonia e non la dimensione ad essere monumentale; l’ho tradotta nel linguaggio materico che usiamo in occidente per fare memoria di fatti importanti, il bronzo. Ciò evidenzia l’archetipo formale che possiamo leggere, in ogni tempo e in ogni uomo. Il manufatto è posizionato con un criterio archeoastronomico: la proiezione dell’ombra crea ogni 25 aprile alle 12 ora solare una linea che parte dalla prima stele e guarda a sud, in direzione del Sentiero di Fischia il Vento, l'inno alla Resistenza contro il nazifascismo, composto su queste montagne da Felice Cascione e su queste montagne cantato la prima volta la notte di Natale del 1943
BRONZE, M.3 Cycle of September 8th, in memory of the “Normal Heroes”. The monument was inaugurated in Arnasco (Sv) in Bezzo on April 26, 2005 about 50 days after the assassination of Nicola Calipari in Baghdad It is to him, and in memory of Felice Cascione, that the work and the square are dedicated .
The work is a copy of a flute by the Mossi people (Burkina Faso): the original object is used to accompany the dances, through a mono or bitotal sound that imitates the human voice. I have monumentalized this work of African art to make clear the fact that harmony and not the dimension to be monumental; I translated it into the material language we use in the West to remember important facts, bronze. This highlights the formal archetype that we can read at any time and in every man. The artifact is positioned with an archaeo-astronomical criterion: the projection of the shadow creates a line from April 25 to 12 hours, starting from the first stele and looking south, in the direction of the Path of Fischia il Vento, the hymn to the Resistance against Nazifascism, composed on these mountains by Felice Cascione and on these mountains sung for the first time on Christmas Eve of 1943
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About Fibonacci 01/ Seal . 2006
Acciao m 1 x 13
Ho monumentalizzato il segno di un antico sigillo Sumero in pietra, alto circa 4 cm riproducendolo su moduli di m 1 x 1 in acciaio lucido tagliato al laser. l'installazione finale presente nel Parco Mnemosine a Onzo prevede 13 moduli allineati. la scelta del n.13 è legata sia alla Sequenza di Fibonacci sia ai diversi significati del numero 13.
L'opera viene esposta anche con un numero di pannelli pari a 1, 3 o 5.
I monumentalized the sign of an ancient Sumero stone seal, about 4 cm tall, reproducing it on 1 x 1 m modules in laser-cut polished steel. the final installation in the Mnemosine Park in Onzo has 13 modules aligned. the choice of n.13 is linked both to the Fibonacci Sequence and to the different meanings of the number 13.
The work is also exhibited with a number of panels equal to 1, 3 or 5
I Portali
Portali . Bronzo e ferro . 2021
“ Quando le porte della percezione si apriranno tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite” . William Blake
I miei portali sono tendenzialmente stretti, perché ho imparato che superare la soglia è faticoso ed impegnativo.
Le misure che le definiscono sono calcolate con numeri della sequenza di Fibonacci, perché arte e scienza sono sempre insieme rigore e bellezza.
Non sono inscritte in mura fisiche, perché penso che le barriere più insormontabili siano mentali, e si debba sapere vedere il varco che ci consente di superarle
Hanno sempre un orientamento, perché siamo comunque dentro qualcosa di più grande, di cui non dobbiamo smarrire i punti di riferimento.
Su alcuni ho posto elementi simbolici di altre culture: mi sembra rafforzino la potenza evocativa che vorrei attribuire a queste opere, e ne rendano più compiuta la bellezza; in qualche modo i Portali diventano corpi atti a sorreggere teste smarrite nell’indifferenza mediocre del mercato dell’arte. In altri saranno il colore, il segno e la materia a fornire l’energia necessaria a trasformarle in Ierofanie, come direbbe Pietro Rosso, affinché possano manifestare quel Sacro di cui abbiamo un disperato bisogno .
“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. 14 Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano!” (Mat 7:13-14 )
“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno” ( Luca, 13:24 )
“If the doors of perception were cleansed every thing would appear to man as it is, Infinite.”
William Blake
My doors tend to be narrow, because I have learned that crossing the threshold is tiring and demanding.
The measures that define them are calculated with numbers from the Fibonacci sequence, because art and science are always at the same time rigor and beauty.
They are not inscribed in physical walls, because I think that the most insurmountable barriers are mental, and we must know how to see the gap that allows us to overcome them.
They always have an orientation, because we are in any case within something greater, of which we must not lose the points of reference.
On some I have placed symbolic elements from other cultures: it seems to me that they reinforce the evocative power that I would like to attribute to these works, and make their beauty more complete; somehow the Doors become bodies capable of supporting lost heads in the mediocre indifference of the art market. In others, color, sign and matter will provide the energy necessary to transform them into Hierophanies, as Pietro Rosso would say, so that they can manifest that Sacred that we desperately need.
“ Enter through the narrow door, for the door is wide and the way that leads to perdition spacious, and many are those who enter through it. 14 How narrow is the door and how cramped the way that leads to life! And few are those who find it! " (Matteo 7: 13-14)
" Strive to enter through the narrow door, for many, I tell you, will try to enter but will not be able" (Luca 13:24)
AFRICAN MAIEUTIKE'....
I am impressed by the evidence of the works of primary archetypal arts, whether they are African, Oceanic, Asian or remote as the rock carvings : monumentalising and "translating" the material (in relation to my different goals time to time) I try to use those objects as elements of a real metaphorical alphabet made of signs, materials, colors, shapes:: I write with them the stories that I want to tell, often linked to the news, hoping to then highlight the mythical element.
MY GOLDEN MASKS AND SCULPTURES: an artistic action of traditional African objects.
In many African works, including copies , there are traces of authenticity,u
truth.. is the archetype that manifests . You need to be able to see. I try those tracks, it is my way of making art: are implicit traces , not obvious , it is often the perception of a set of forms and signs , sometimes the way of setting the sea pe , or the aggravation of a single element .
With this series of works I try to highlight these tracks with the preciousness of gold: gold itself is an archetype , we instinctively associate the idea of preciousness and beauty, but not enough to gild an object to make it beautiful.
Beauty must be inside, in power . Gold can be used to make her feel.
In the past I used another way , and I'll do it again: I modified the size of objects , turning thirty centimeters tall wooden sculptures in bronze three-meter , and monumentality is coming out with great power . In this case I chose a lighter action , more essential. I would like to lighten the artistic gesture , have more substance with less matter; perhaps it is a need of artistic ecology, perhaps the need for a different look . I hope that the result proves beauty : the beauty is the best indicator of the truth.
NIGRA SUM, SED FORMOSA…( Ct 1,6 )
I may have found a way ( and that is not challenging and expensive as to Monuments ..) to give birth to some thoughts that are living every day in the midst of the beauty of my job.
I started with the gilding of recent invoice traditional African masks and objects , devoid of history and sometimes even of apparent charm. The Gold communicates immediate and disruptive way an authoritative precious message. But I do not find convincing some objects revised with gold. It seems to me they ask something else to bring out the energy that I see in them , and I would like the end result was satisfactory for me but also readable for those who will want to see them . I do not want to change the form and matter , Because i do not care it, adding or taking off, but changing the look.
It remains the color .
It is not easy : in Africa color is language as form and sign, and thus the risk is to adulterate the profound content that I seem to perceive in those artifacts . By using the gold it don't mean " changing " , but translating an object and declare publicly its intimately precious nature . Those like me who think that art should speak, not pleasing herself in a kind of artistic autism, but they must be understood. The Artists have always been storytellers , who have just chosen themselves or the rest of the world as recipients of the narrative . This applies especially in times like these , where each one is called to do his part in the life, for what it is, what it does .
Regarding color , that's why I thought of the absolute black , opaque and deep .
“The black can be defined as the visual impression that is experienced when no visible light reaches the eye, which combines all the colors of light that stimulate in the same way the three types of receptors sensitive to colors.
Pigments that absorb light rather than reflect it give rise to "black". A black pigment, however, results from a combination of different pigments which, together, they absorb all the light of each color. If you are used the correct proportions of three primary pigments, the result reflects so little light as to be black. This leads to two seemingly opposing descriptions but Black complementary. Black is the lack of all the colors that form the light, or a combination of multiple colors of pigment. See also primary colors and primary pigments. We know that the black color includes all the colors of the light spectrum. There is, however, something that we see that black is no color, even the color black: the black of space. "(Wikipedia)
It would be already enough : let’s consider also , and above all , that black is by definition the color of Africa .
In many African cultures it symbolizes wisdom and prosperity , the name of Ancient Egypt was Kemet , Black Earth because of rich of silt and so fertile and fruitful . But what convinced me was to remember the Black Madonnas , and they associate to the famous and mysterious " Nigra sum sed formosa" written in the Song of Songs of Solomon (Song 1.6 )
Net of different interpretations of both the Jewish tradition of the Christian ( and many pseudo-esoteric bestiality ... ) that wonderful poem is a dialogue between lovers , passionate , intense, “carnale”..and this mysterious Woman " Black , but beautiful .. " it evokes the thickness and the suffering of women condition, of his knowledge essential today to save a world endangered by too many millennia of macho paternalism .
So Here it is the series “Nigra sum..sed formosa ..
TO LOOK INSIDE
What's inside a relic , which is the mysterious energy that encompasses ? And above all , how it's possible "look inside" with eyes of the heart ? I thought that African relics - and in this case the Kotoko warriors encased in small leather bags with magical and therapeutic materials - could also make live and engaging an aseptic instrument such as X-rays used in medicine , transforming it into a form of artistic expression . Then photographing the plates , thanks to the skilled hands of Fulvio Rosso, allowed us to obtain an additional and impressive reading of the works .
SGUARDI .....,
Gaze strikes me: inside there is essence of life. In this case I chose to mix - or if you prefer a more noble term conceptualize - times, styles, shapes.
The painting that opens the sequence is a nice seventeenth century work. The young man smoking a pipe, and has a look that follows the observer, with a languid feeling maybe licentious.
I chose to put the mask Yena (Kwoma culture, P.N.G.) in a frame because framing is used routinely to define and develop a work, but the term derives from the greek κορωνίς -ίδος, which means curved line but also fulfillment. To do the work in my head I needed a homogeneous context definition, and the three frames are similar in shape and the aesthetic appearance: then perform well the hole feature. The look of the mask is perhaps more readable and linkable to other objects when seen bordered by a frame.
Thanks to the frame binder takes a sense the third part: the mirror. Just have the courage to look inside. What will we see? "Not even the wisest can say: the Mirror shows many things; things were ... things that are ... and some things that have yet to occur. “ ( Dama Galadriel, Lord of Rings )
Giuliano Arnaldi, Vendone November 5, 2016.
the installation is exhibited in the Oceania Room, MAP Vendone.
Notes to photography
1) I preferred to take the picture without the mirror in the third frame: I prefer to stop this without the artifice of what it would reflect, and leave every opportunity to "reflect" the responsibility of a track, which will then experience of those who will interact in that instant.
2) the color casting that appears on top on the third frame is part of the fresco by Andrea Mattiello in Oceania Room, where this work is exhibited.
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