Ecco la mia relazione al Direttivo di Murea ( l’Associazione Amici del Museo della Resistenza di Albenga e della Prima Zona Liguria) , che presiedo. Avevo invocato la diretta Facebook per avere la massima trasparenza possibile ma mi e’ stata negata dal padrone di casa, il Presidente dell’ANPI di Albenga Claude Acasto. Quindi purtroppo di trasparente c’e’ solo il mio punto di vista.
Aggiungo che la riunione si e’ conclusa con una mozione di sfiducia nei miei confronti presentata dal dott. prof. Nicola Nante che verrà discussa il giorno 13 luglio.
Buona serata a tutti
QUESTA SERA NIENTE DIRETTA FB SUL DIRETTIVO DI MUREA
L’amico Claude Acasto, presidente dell’Anpi di Albenga e Vicepresidente di Mu.reA. , ha cambiato idea e nega il consenso alla diretta. Essendo in casa Anpi, e per rispetto verso l’amico Claude, mi adeguo, anche se non condivido. Infatti è priva di fondamento legale l’affermazione che esistano rischi di querela: la responsabilità delle affermazioni fatte è sempre personale, e ovviamente chi ha negato il consenso non sarebbe stato ripreso. Sopratutto sono convinto che questo clima di reticenza, timore e di mistero non appartenga alla nostra cultura, che è cultura di trasparenza e verità. Per questo, comunque , domani posterò la mia relazione, pronto a rispondere in ogni sede di ciò che dirò. Nessuno può negarmelo, la libertà di espressione è sancita dalla Costituzione …
Mi auguro che questa riunione si svolga in un ambito di confronto sincero, rispettoso delle persone, costruttivo. Siamo tutti volontari, tutti dedichiamo gratuitamente il nostro tempo a qualcosa di più grande. Abbiamo condiviso questa avventura fino ad oggi, e rancore, cattiveria, malvagità non avrebbero senso. Passione si, ma la passione può essere rude, diretta, mai ipocrita o cattiva.
Fin d’ora mi scuso con voi per i miei errori, avrei voluto essere opportunità e non problema e vi ringrazio tutti, ognuno di voi mi ha insegnato qualcosa.
Concretamente ringrazio Ester Bozzano: riferendo prontamente a Pino Fragala’ della recente riunione delle Anpi del Ponente Savonese ci ha consentito di arrivare preparati a questo incontro.
Ringrazio Claude Acasto per la pazienza dimostrata in questi mesi, mi scuso con lui se i miei comportamenti lo hanno messo recentemente più volte in condizione di cambiare idea su questioni riguardanti la vita associativa.
In attesa che i responsabili della nostra attività economica finanziaria vi ragguaglino nel dettaglio - sapete che io non volli alcun potere sugli aspetti economici di Murea, neppure la firma in banca, anticipo solo alcuni fatti che mi riguardano direttamente.
- Su mia proposta, approvata dal Direttivo, abbiamo acquistato una Stampante multifunzione del valore di trecento euro ed uno smartphone del valore di circa 1200. In realtà quest’ultimo ho scelto di pagarlo personalmente, essendo nella mia disponibilità anche per attività non riguardanti l’associazione. Per questo trovate nel bilancio somme di danaro versate da me sia a mezzo bonifici sia in contanti per l’intero ammontare del costo.
- Ho ricevuto un rimborso di 500 euro su circa mille per le spese sostenute nella missione a Berlino effettuata per ottenere dagli eredi di Rainer Kriester - di cui sono per altro Procuratore Generale in Italia- un attestato formale che mi consentisse di indirizzare verso il sostegno di attività volte a valorizzare la memoria della Resistenza la metà della somma ricavata dalla vendita di opere d’arte del grande artista tedesco scomparso. Sotto il profilo formale l’attestazione non sarebbe stata necessaria, essendo io appunto il loro Procuratore ed avendo quindi pieni poteri, ma mi sembrò più corretto rendere ancora più esplicita tale volontà, essendo la somma di cui parliamo ingente. Dovetti fermarmi in Germania circa una settimana: essendo in piena pandemia i necessari passaggi legali finalizzati a rendere inoppugnabile quel documento richiesero tempo.
La necessaria riservatezza dovuta al fatto che si trattava di fatti privati riguardanti un altrettanto privato, ingente patrimonio, mi portarono a condividere tale progetto solo con il Vicepresidente e il Revisore dei Conti, con cui concordammo di rendere nota questa buona notizia solo dopo che essa fosse certezza, e così accadde. Mi premurai inoltre, appena ottenuta la certezza del risultato, di indire una riunione con le Anpi Provinciali di Imperia e Savona e con i rispettivi Istituti Storici, dichiarando la mia intenzione di creare un apposito organismo con quei soggetti destinato a gestire le risorse in arrivo. Vi faccio notare però che né Anpi Savona né Istituto Storico Savona avevano all’epoca neppure richiesto di aderire a Murea, nonostante i molti inviti. Misi comunque a disposizione di tutte le Associazioni presenti le carte che sancivano gli aspetti della situazione.
Ma qualcuno si premurò perfino, pur non avendone alcun titolo essendo estraneo alla Associazione , di chiedere chiarimenti scritti direttamente agli Eredi, spingendosi a chiedere copia del testamento Kriester ..ovviamente sono in mio possesso le lettere e le relative risposte. Questa situazione, prima che sgradevole è surreale. La responsabilità della scelta di come usare queste risorse e’ mia, per il ruolo professionale che svolgo in qualità di Procuratore.
A questo proposito vi informo che con i legali che rappresentano gli Eredi Kriester in Italia abbiamo deciso di creare un Fondo di scopo, che valuterà ogni progetto relativo alla Resistenza ritenuto meritevole di sostegno.
Vi informo anche che, contestualmente alle mie dimissioni, darò al Vicepresidente copia di un bonifico di 500 euro a favore di Mu.re.a. in modo che non resti l’ombra di una specie di vacanza del sottoscritto in parte pagata dalla Associazione.
Anticipo al dott. Prof. Nicola Nante che le uniche entrate della associazione sono le quote associative: colgo l’occasione per invitare le associazioni che non hanno ancora versato la loro parte a provvedere.
Il dott. Prof. Nante per la verità promise un contributo di cinquemila euro: ne verso’ mille, cambiando poi idea sugli altri quattromila. Ad una nostra educata richiesta di chiarimenti rispose che non avendo fatto nulla Murea aveva devoluto cinquemila euro all’Istituto Storico di Imperia in occasione della apposizione di una targa in memoria di suo padre nei locali dell’Istituto stesso.
Mentre è assolutamente legittimo disporre del proprio danaro come si vuole a prescindere dalla parola data, mi permetto di dissentire sul giudizio di inattività di Murea. Oltre ad avere ottenuto la disponibilità dei locali per realizzare il Museo, ad aver presentato il progetto in fase di avanzato sviluppo grazie a Camilla Galizia e ad altri, ad aver dato la giusta eco a questa iniziativa anche in un affollatissimo convegno a cui partecipò tra l’altro la Senatrice Pinotti, siamo riusciti a testimoniare costantemente il nostro impegno morale grazie ad una intensa e seguita attività sui social ( l’unica possibile in tempo di covid) . Cito ad esempio la trasmissione CausticaMente dello storico Daniele Lacorte, che per molte settimane ci ha regalato pillole di Costituzione viva dai nostri canali social , montati ed editati dal sottoscritto proprio con lo smartphone di cui ho parlato poc'anzi. Forse, in realtà, abbiamo fatto troppo … il lavoro più significativo e letteralmente formidabile lo ha fatto pero’ Pino Fragala’, creando giorno dopo giorno sui social quel Museo reale che ancora non ha visto la luce: Pino non posta solo fotografie. Attraverso immagini, oggetti e narrazione evoca con suggestione potente un’Epopea, quella della Resistenza nella Prima zona Liguria. Non basta accumulare qualche oggetto e qualche fotografia in una stanza per fare un museo: ci vuole una visione, la capacità di tirare fuori da ogni immagine la storia viva di chi è rappresentato in essa, il valore della sua testimonianza. E non servono lauree, fanfare, targhe, palchi o palchetti. Grazie Pino, sei l’unico veramente insostituibile.
Tornando a Murea, mi pare che questa Presidenza abbia cercato di praticare il compromesso.
Compromesso è una bellissima parola: come la Professoressa Nattero ci insegna deriva dal latino, è composta da cum = insieme e promiscuo = promesso.
Per promettere insieme ci vuole fiducia, rispetto, condivisione di valori.
Questa Presidenza ha praticato convintamente il valore del compromesso.
Quando il dott. prof. Nicola Nante, che in quella occasione rappresentava la FIVL , ci chiese di accettare nel Direttivo della nostra Associazione il dott. Eraldo Ciangherotti lo abbiamo fatto, convintamente. E non è stato facile: in molti ricordavano ad esempio le sue posizioni sulla bufala revisionista di Monte Manfrei. Abbiamo ragionato, posto in evidenza le posizioni che egli aveva assunto pubblicamente a favore del progetto di un Museo della Resistenza ad Albenga, il fatto che egli rappresenta un Partito incardinato sui prìncipi della Costituzione.
E tutti hanno convintamente condiviso.
Per questo rimandiamo al mittente le accuse di estremismo, di intolleranza, di personalismi.
Non è una questione personale tra me e il prof. Dott. Nante, non c’entrano nemmeno le pesanti accuse che egli mi ha rivolto definendomi fascista nell’anima e mistificatore...non c’entrano nemmeno i suoi reiterati interventi provocatori nei confronti di altri Consiglieri come Pino Fragala’ o le continue critiche su presunte irregolarità formali nelle modalità di convocazione delle riunioni che hanno bloccato ogni altra discussione per mesi e mesi.
Non c’entra nemmeno il diffuso chiacchiericcio riguardante la mia persona che ha raggiunto la gran parte di voi e che si può riassumere nel tormentone “ ma lo sai chi e’ Arnaldi…? Alcuni hanno reagito rispondendo “ no, chi è?” ottenendo la risposta “ti dirò…” a cui non sono seguiti fatti. Qualcuno ha fatto ribalzare fatti di quaranta anni fa distorcendoli, falsificandoli, e qualcun altro gli e’ andato dietro. Queste signore e questi signori ne risponderanno davanti alla Magistratura: si chiama calunnia, e per fortuna c’è chi e’ pronto da testimoniare ciò che gli e’ stato riportato e da chi. Non vi nascondo di esserci rimasto male, nel giro di pochi mesi sono diventato il genio del male. Pensavo che il cammino fatto insieme valesse almeno una domanda diretta, a cui avrei risposto direttamente e con la consueta franchezza.
Ma comunque non è una questione personale.
Certo quando il dott. prof. Nante ci ha offerto soldi provenienti dai profitti della sua Clinica Privata in cambio di “copertura politica” qualcosa è cambiato, sopratutto visto il fatto che ciò è avvenuto dopo che Murea, in piena pandemia, espresse una posizione netta a favore della Sanità Pubblica in applicazione dell’articolo 32 della Costituzione della Repubblica, con l’adesione della maggioranza dei membri del Direttivo, dott. Ciangherotti compreso, scatenando la reazione rabbiosa dello Scienziato ingauno/senese.
Non sono quindi questioni personali, ma comportamenti che hanno destabilizzato la vita della nostra Associazione. Che il Dott. Prof. Nicola Nante abbia iniziato una sistematica azione di provocazione dopo la nostra presa di posizione sulla sanità pubblica è un fatto, che ha reiterato ancora recentemente in modo clamoroso con semplici comportamenti. Il 1 giugno via wathsapp Egli ha chiesto le “bozze dei verbali delle riunioni del Direttivo” . Le ha già da tempo, quantomeno dal 29 settembre 2020, come dimostrato dalla cronologia delle mail associative. Io penso che il dott. prof. Nicola Nante abbia tentato di piegare la libertà di espressione della nostra Associazione agli interessi privati della sua Clinica prima con una reiterata serie di comportamenti strumentali essenzialmente incardinati su presunte questioni burocratiche, poi offrendoci esplicitamente danaro in cambio appunto di una “copertura politica” della sua attività professionale, cosa tanto risibilmente incomprensibile quanto a mio parere profondamente immorale e all’opposto dei nostri valori. Non so se questo fatto configura il delitto di corruzione tra privati, contemplato all’art. 2635 c.c., ma credo che sia comunque moralmente riprovevole. Nessuno in questi mesi ha detto nulla su questo specifico aspetto, e attendo le dovute risposte, sopratutto da chi ha nominato e sostiene tuttora convintamente l’illustre Scienziato Ingauno/Senese.
Infatti con la delega del dott. prof. Nante a rappresentare entrambi gli Istituti Storici della zona di interesse del Museo - considerato il fatto che egli siede anche nel Comitato Antifascista di Albenga in rappresentanza della FIVL- appare evidente che lo stesso gode di fiducia indiscussa e che quindi è considerato il miglior rappresentante di una precisa idea di Museo della Resistenza.
Ecco il nodo: in soldoni il Dott. Prof. Nante e i suoi sostenitori pensano che un Museo della Resistenza non si debba occupare di “politica” , sopratutto quando occuparsene risulta scomodo.
In soldoni non dovevamo parlare di Sanità, o di Lavoro, o di Istruzione..dovevamo limitarci a raccogliere documenti e fotografie.
Alcuni di noi hanno un’altra visione: pensiamo che la memoria debba essere viva, pensiamo che i fatti della storia non siano asettiche curiosità da repertoriare, e che ciò valga sopratutto per l’Epopea Resistenziale, sopratutto oggi.
Non basta la Banda che suona Bella Ciao il 25 Aprile.
Se storia e memoria devono essere maestre di vita, se la loro lezione è stata scritta con passione, coraggio e sangue, il compito di un Museo è vivificare con la quotidianità, nella quotidianità, i valori che le donne e degli uomini della Resistenza testimoniarono con le loro vite. Dietro la fotografia di un Partigiano, dietro una storia accaduta in quegli anni, ci sono motivi, e non mere descrizioni di fatti. Quei motivi si chiamano bisogno di libertà, quel bisogno ha trovato soddisfazione nella Costituzione, e la Costituzione sancisce prìncipi circa Sanità, Lavoro, Istruzione, Giustizia.
Ma “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.”
Non lo diciamo noi, lo diceva Pietro Calamandrei.
Ecco perché non possiamo ridurci a raccoglitori di documenti e fotografie senz’anima. Ecco perché ho pensato di dimettermi.
C’è una visione profondamente diversa di Museo, da una parte alcuni di noi, dall’altra entrambi i Presidenti degli Istituti Storici e alcune sezioni dell’ANPI, ed è impensabile risolvere il conflitto a colpi di maggioranza, perché Murea è una Associazione Partigiana, non un condominio o un Consiglio di Amministrazione: per andare avanti servono fiducia, rispetto, condivisione di valori.
Inoltre in una Associazione come la nostra il peso specifico degli Istituti Storici è fondamentale. Abbiamo rappresentato il nostro disagio al Presidente Rainisio già molti mesi fa, ma egli ha personalmente ritenuto che non fossero fondate. Dico personalmente ritenuto perché non mi risulta abbia consultato il suo Direttivo. Ha inoltre rafforzato la sua fiducia nel suo rappresentante, nella sua visione, nel suo modo di agire, considerando normale e opportuno che il dott. prof. Nante venisse nominato anche dall’Istituto Savonese. Ne ho preso rispettosamente atto e ho annunciato la mia volontà a farmi da parte. Murea può andare certamente avanti nel solco segnato da questa dirigenza degli Istituti Storici ed espresso dal Dott. Prof.Nante che li rappresenta in modo cosi’ autorevolmente determinante, un altro buon auspicio per la crescita di Murea e’ che l’Anpi provinciale di Savona, nella riunione che ho citato all’inizio, ha dichiarato di avere ricevuto una eredità e di disporre quindi dei fonti per realizzare il Museo in autonomia. Considero sinceramente questa una bella notizia.
Tornando alle mie dimissioni dalla carica di Presidente, devo dirvi che in questi ultimi giorni sono accadute alcune cose.Evidentemente la campagna d’odio lanciata contro di me in modo tanto brutale quanto vigliacco ha ottenuto anche un effetto opposto: ho infatti ricevuto due importanti messaggi che vi leggo
( lettura delle mail di ANPI provinciale Imperia e di Giacomo Raineri, membro del Consiglio Direttivo di Istituto Storico Imperia e FIVL, dove mi si chiede di sospendere le dimissioni )
Questi inviti a fare luce su quanto accaduto ed andare avanti arrivano da chi rappresenta la grande maggioranza del mondo Resistenziale della Prima Zona Liguria, cioè della nostra zona di competenza, senza alcun confine ideologico o peggio partitico.
Ne sono onorato, e non posso ignorarli. Resto quindi al mio posto almeno fino a che non saranno definite due questioni aperte.
- La prima è appunto chiarire definitivamente l’origine della situazione attuale, e a questo proposito chiedo fin d’ora un incontro con l’intero direttivo dell’Istituto Storico di Imperia, e con i diverso direttivi delle altre Associazioni.
- La seconda è relativa all’ingresso formale di Anpi Provinciale Savona e Istituto Storico della Resistenza di Savona. Da sempre sono convinto che ciò sia utile e necessario, e che si debba quindi modificare lo Statuto al fine di consentire alle Associazioni che entrano a far parte di Mu.re.a di avere pari diritti e pari responsabilità. Credo che contestualmente si debba però riconoscere lo stesso diritto ad ogni Associazione Partigiana incardinata nella Prima Zona Liguria. Cosi’ come sono rappresentate le Associazioni Savonesi, nel momento in cui entreranno anche le loro strutture provinciali dovranno essere rappresentate anche tutte quelle Imperiesi, anche visto il territorio che compete alla Prima Zona Liguria.
Propongo quindi che si tenga appena possibile una riunione del Direttivo su questo specifico tema.
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