La cronaca ri/ diventa storia, e con una sequenza impressionante, che nella tranquillità dei nostri salotti potremmo definire shakespearianamente ineluttabile, ci mette davanti al rosso.
I colori sono una forma espressiva importante, e hanno una potenza simbolica proporzionata al senso che richiamano, la vista. Era il rosso delle nostre bandiere… ma oggi è il rosso delle magliette dei bimbi affogati nel mare ipocrita davanti a casa nostra, è il rosso dei cappellini, del sangue degli schiavi neri che raccolgono i pomodori nelle nostre ipocrite campagne per produrre la salsa - rossa- che ipocritamente acquistiamo nei nostri supermercati: una guerra tra poveri, perché chi acquista in quei supermercati deva fare i conti con i soldi della spesa e cerca legittimamente il meglio da acquistare con il poco che ha…
La potenza di quel colore rende difficile girare la testa: basta pungersi un dito per vedere che il nostro sangue ha lo stesso colore…la potenza di quel colore rimanda a parole antiche, radicali…sarà possibile restare umani dentro un sistema che comunque si fonda sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo? Temo che ci voglia il coraggio visionario di ripartire da qui, per evitare che l’unico rosso che ci identifichi sia quello della vergogna…
Commenti