Passa ai contenuti principali
TUTTI UGUALI DAVANTI ALLA MORTE..
MENO UGUALI NEL CALVARIO CHE LA PRECEDE…

Marchionne merita onore e rispetto. Ha fatto la sua parte, con intelligenza, coraggiosa progettualità,  competenza e onestà intellettuale. Che la sua parte non fosse la mia non c’entra, semmai lamentiamoci del fatto che non abbiamo simili intelligenze dalla parte dei lavoratori, ma solo, quando va bene, onesta mediocrità…
Certo la morte drammatica e improvvisa di un uomo potente e famoso fa appunto riflettere sul fatto che davanti alla morte siamo tutti uguali, ricchi e poveri..mi interessa però un’altre riflessione. Tralasciando il fatto che con il danaro ci si cura meglio e più facilmente - in questo caso pare che il Manager Fiat fosse entrato in clinica per un lieve problema di salute - il calvario di Marchionne è stato ( giustamente ) protetto e tenuto lontano  da ogni chiacchiericcio fino all’ultimo. E in questo purtroppo persone comuni e stelle fugaci dei diversi firmamenti - la politica, lo spettacolo, il cosiddetto sport - sono meno uguali.

In quella clinica svizzera hanno mantenuto la consegna del silenzio e del rispetto del dolore dei parenti - perché anche i ricchi hanno affetti…- fino all’ultimo. Certo ci saranno aspetti legati al problema economico che una morte così improvvisa non può non creare e alla conseguente necessità di essere riservati, ma abbiamo visto che comunque che le reazioni sui mercati finanziari ci sono state, nonostante l’azienda con tempismo efficiente non abbia lasciato vuoti di potere. Credo invece che il personale di quella clinica abbia fatto una cosa sorprendentemente semplice e tristemente rara: il proprio dovere con rispetto e discrezione. Perché da noi - e non solo da noi - ogni dolore si comunica ai media e ai social network…? C’è sempre un impiegato di qualche Questura o Tribunale pronto a fornire informazioni per i processi sommari che chiamano libertà di stampa, e che libertà di stampa non è perché in caso di assoluzione il rilievo dato alla notizia raramente è pari al danno fatto non solo all’accusato, ma alla sua famiglia, ai suoi amici…c’è sempre qualche infermiere o qualche professore in cerca di notorietà pronto a riferire prontamente quelli che incredibilmente chiamiamo “ dati sensibili” … da qualche anno questa forma di cannibalismo morale è anche autopraticata dalle “vittime”, pronte a postare tutto, la lite familiare e l’operazione chirurgica…per non parlare delle varie trasmissioni televisive che ci propongono processi, drammi veri o presunti eccetera…

Forse invecchiando sento maggiormente il valore di rispetto e discrezione, forse una civiltà che si smarrisce  ha bisogno di essere sguaiata per non sentire la voce potente e silenziosa della coscienza.


Commenti

Post popolari in questo blog

COSE DELL'ALTRO MONDO. Opere provenienti da dove sorge il Sole

“ Si vuole che la parola Asia derivi da una voce semitica (p. es. l'assiro Açu) significante "oriente", e che sarebbe stata usata dai Fenici e dai Greci per indicare il Paese d'Oriente, in contrapposto a Europa (Ereb), Paese d'Occidente; ma tale etimologia è tutt'altro che sicura, e l'origine del nome Asia, come quella di gran parte dei nomi geografici antichi, è da considerarsi tuttora ignota.” ( treccani.it)   La Storia sta rimescolando le carte, ed Ereb sembra perdere la partita. Senza addentrarci in complesse analisi geopolitiche appare evidente la crisi del nostro mondo, crisi morale prima che economica. Non facciamo più figli, non crediamo più a nulla che non sia spettacolo e merce.. Il “deus ex machina” (1) che Euripide e gli altri tragediografi Greci facevano apparire in momenti in cui la rappresentazione del dramma richiedeva un intervento divino autorevole e risolutore, oggi è il nome di un progetto usato in Svizzera per definire un inquietan...

Topeng, la forma formante / TOPENG, THE FORMING FORM

Bali, e l’Indonesia in generale, pagano con la notorietà turistica il prezzo della sottovalutazione di una storia millenaria e suggestiva. Una delle forme più banalizzate ma profonde della tradizione di quei popoli è la danza tradizionale. I turisti frettolosi che fotografano quella fantasmagorica performance fatta di suono, colore, immagine probabilmente non sanno che ogni volta viene messa in scena la creazione del mondo, lo scontro tra forze primordiali incarnate nella lotta eterna tra il bene e il male. E la maschera e’ protagonista.
In realtà Topeng non definisce esattamente il termine maschera, ma più in generale una precisa forma di teatro drammatico che è insieme una cerimonia liturgica spettacolarizzata. Significa pero’ letteralmente “qualcosa premuto contro il viso” ad implicita dichiarazione della relazione intima tra la maschera, chi la indossa e ciò che insieme evocheranno. L’oggetto in sé ovvero il legno scolpito e dipinto, si chiama Tapal. E’ realizzata con il pule, le...

MANU/FATTI: pettini e cucchiai della Collezione Tribaleglobale.

 IN MEMORIA DI RENATO BREVIGLIERI.  Prima o poi ciascuno di noi si imbatte nelle grandi domande, quelle che danno un senso all’esperienza di esistere. Davanti ad una nascita, una malattia o una morte che ci coinvolga direttamente, la profondità del Mistero della vita mette a pensare. La reazione  più immediata  è rimuovere la domanda; la rimozione aiuta certamente a sopravvivere ma la questione  resta lì, a sedimentare nel profondo fino a creare quella sottile angoscia che può diventare devastante; non è naturale rimovere i problemi e non elaborarli. Essere umani è essenzialmente porsi domande per costruire risposte, consapevoli del fatto che spesso esse generano altre domande in un loop esistenziale infinito ed infinitamente stimolante perché porta sempre a fare un passo avanti. Gli psicologi segnalano il pericolo di un “loop mentale” inteso come  un circolo di pensiero, un anello, che può diventare un cappio, può portare a sentirsi stretti in una “morsa” ...