Passa ai contenuti principali

Post

COSE DELL'ALTRO MONDO a Laigueglia, per il Salto dell'Acciuga

  Le immagini di Pino Bertelli, che ho il grande onore di vedere esposte insieme alla mia “Nigra sum, sed Formosa” non hanno bisogno di essere presentate. Parlano con il linguaggio tragico e sublime che un grande Artista , ovvero un potente narratore come Pino, che nessuno può ignorare. Aggiungere parole sarebbe ridondante. E’ forse opportuno che vi presenti la mia, e il loro contesto, ovvero il titolo che Con Simonetta ed Emilio abbiamo scelto.  Cose dell’altro mondo è una espressione un pò desueta che si usava davanti a qualcosa di sconosciuto e vagamente perturbante. Per contrasto l’abbiamo scelto per presentare forme di bellezza che arrivano da altri mondi, ma che in fondo non ci sono così estranee, perché la bellezza parla sempre di vita e di morte, di amore e di odio, di coraggio e di viltà; parla insomma, di ogni persona e ad ogni persona, in ogni tempo e in ogni luogo.  Oggi è difficile parlare di amore e di pace, e per questo l’edizione laiguegliese di Cose dell’...
Post recenti

SOGNARE, RACCONTARE, AGIRE..le cortecce di Arnhem

https://flic.kr/s/aHskiXJiuh     SOGNARE, RACCONTARE, AGIRE… . le cortecce di Arnhem   Gli Aborigeni australiani pensano che nel sogno ritorni il mondo del tempo della creazione ed è per questo che affidano al sogno la funzione di luogo adatto per comprendere ciò che è opportuno per la quotidianità.  “ Memoria e mito sono indivisibili. Il mito è memoria di un”epoca in cui gli spiriti e gli uomini comunicavano tra di loro quotidianamente e in cui il cielo e la terra prendevano forma attraverso quelli che noi chiamiamo ”miti di origine” e gli aborigeni australiani chiamano memorie dell”epoca dei sogni. Per centinaia di generazioni, gli aborigeni hanno cercato e trovato il significato di ogni forma, di ogni roccia, di ogni collina. Tutto ha un senso, tutto fu concepito, voluto, creato, modellato e fatto vivere, dagli spiriti ancestrali nell”epoca dei Sogni: ogni linea della natura ricorda un epos, ogni grotta è piena di leggende, ogni pozza d”acqua racchiude più st...

CHISSA'...a proposito di Goethe, di forme misteriose e di 無 MU, una mia scultura...

  CHISSA’….    Ci sono opere che dichiarano l’universalità dell’arte oltre ogni remora,  e con buona pace di molti addetti ai lavori, l’inconsistenza dell’idea di originalità per come essa viene comunemente intesa. Eccone una, potente e lampante .  Chissà chi è stato il primo a sovrapporre una sfera ad un cubo in modo consapevole, ed a dare a questa installazione un significato concettuale… Credo fu Johann Wolfgang von Goethe . Non un artista visivo quindi, ma uno scrittore e poeta. Ne fece un disegno, e lo intitolò “ Stein des guten Glücks ”, in italiano “ Pietra della Buona Fortuna ”. Era il 1777, l’opera divenne una scultura - probabilmente realizzata da Adam Friedrich Oeser , scultore che qualche anno prima fu il suo maestro di disegno -  ed è ancora oggi  visibile nel giardino della casa di Weimar così cara a Goethe.  Chissà se Josef Hartwig la vide…. E’ probabile, perché lo scultore tedesco nel 1921 venne chiamato a Weimar da Walt...

MANU/FATTI: pettini e cucchiai della Collezione Tribaleglobale.

 IN MEMORIA DI RENATO BREVIGLIERI.  Prima o poi ciascuno di noi si imbatte nelle grandi domande, quelle che danno un senso all’esperienza di esistere. Davanti ad una nascita, una malattia o una morte che ci coinvolga direttamente, la profondità del Mistero della vita mette a pensare. La reazione  più immediata  è rimuovere la domanda; la rimozione aiuta certamente a sopravvivere ma la questione  resta lì, a sedimentare nel profondo fino a creare quella sottile angoscia che può diventare devastante; non è naturale rimovere i problemi e non elaborarli. Essere umani è essenzialmente porsi domande per costruire risposte, consapevoli del fatto che spesso esse generano altre domande in un loop esistenziale infinito ed infinitamente stimolante perché porta sempre a fare un passo avanti. Gli psicologi segnalano il pericolo di un “loop mentale” inteso come  un circolo di pensiero, un anello, che può diventare un cappio, può portare a sentirsi stretti in una “morsa” ...