Le metafore sulla necessità di coltivare campi, giardini e quant’altro sia coltivabile sono usate ( ed abusate) da sempre. La penultima grande rivoluzione che cambiò la storia dell’umanità, quella neolitica, fu caratterizzata dall’invenzione dell’agricoltura; sapere che ci si poteva fermare e mettere radici ( a proposito di metafore agricole…) senza morire di fame, grazie alla possibilità di coltivare e raccogliere cibo, cambiò nel bene e nel male il rapporto degli esseri umani con l’esistenza stessa. Da cacciatori e raccoglitori i nostri antenati divennero sempre più stanziali, nacquero la ceramica, la tessitura, gli eserciti, le religioni monoteiste ; nacque sopratutto il concetto di proprietà privata. Quel pezzo di terra coltivata diventava presente e futuro da difendere e/o da conquistare ( leggi rubare…) , diventava icona assoluta destinata a legittimare ogni azione, anche la più violenta. Intendiamoci, gli esseri umani si scannano da sempre , fin dai tempi ( metaforici…) di Ca...